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Impiego un po' a ritrovare la Francigena, il temporale di ieri mi ha fatto perdere tutti i riferimenti e solo grazie al GPS e dopo una variante sulla statale riesco ad attaccare di nuovo la ciclabile sulla destra del fiume. Da qui la situazione si fa "gravel", ghiaia e soprattutto fango che dopo il nubifragio di ieri lo si trova un po' dovunque lungo il percorso. Arrivo a Ivrea, dove gli effetti del benessere degli anni d'oro del colosso Olivetti ancora sono visibili. Il
campo gara per la canoa slalom però attira di più la mia attenzione, ma sono di parte io. Prima di ripartire però una foto e un saluto al checkpoint della via Francigena dove ottengo anche due bottigliette d'acqua in regalo...ero a secco da qualche chilometro e la cosa mi fa andare via con un sorriso stampato in faccia e una soddisfazione che solo un bambino che porta via le caramelle da casa dei nonni può avere. Continuo a pedalare, la strada comincia a salire su rampe dure a tratti e fatico a spezzare il fiato, cerco di distrarmi però ammirando i vigneti che sbucano ovunque, mi volto sulla destra e sbuca il lago di Viverone che non sarà il lago di Como ma regala una comunque una visita suggestiva. Incontro Susanna che insieme al marito gestisce "La casa del movimento lento", ma soprattutto coloro che hanno deciso di dare nuova vita alla via Francigena tracciando e segnalando per intero il tratto italiano del percorso. Mi racconta delle difficoltà incontrate per realizzare il progetto, ma soprattutto mi parla delle iniziative seminariali che organizzano nella propria struttura.
Percorsi esperienziali anche per non vedenti e portatori di disabilità soprattutto. Scappo da Roppolo sotto una pioggia fitta e sottile e mi dirigo verso Vercelli. Attraverso grandi distese di risaie, tra zanzare e moscerini, aironi e corvi, all'improvviso sbuca dal nulla una lepre che quasi mi manda in terra. Si ferma annusa nella mia direzione come per sincerarsi della situazione e poi sparisce con un balzo dietro l'argine. Incontro solo qualche pellegrino a piedi e qualche contadino che mi lancia un'occhiata sospettosa mentre lo incrocio prima di arrivare a Vercelli città, piove ora molto meno ed ho il tempo di fare un giro per farmi un'idea del posto, ma subito riparto in direzione Robbio dove mi aspetta Annamaria custode dell'ostello comunale, spartano ma accogliente e soprattutto dopo 7 ore in sella e 100km percorsi mi sembra un hotel 5 stelle. A domani! Giovanni

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